domenica 20 maggio 2012

Acufene e attenzione


Sappiamo che una delle maggiori lamentele presentate con gli acufeni è la mancanza di concentrazione.
La concentrazione è il mantenimento dell’attenzione su un compito o un’esperienza per un certo periodo di tempo, cioè quello che si fa leggendo questo post.
Anche volendo dimenticare per un po’ il fastidioso ronzio per dedicarsi alla lettura del nuovo libro acquistato, per l’acufenico risulta talvolta impossibile riuscire ad arrivare alla fine della pagina.
L’attenzione, di cui la concentrazione fa parte, è uno dei processi cognitivi fondamentali.
Esso è fortemente legato agli altri e, in particolare, alla consapevolezza.
Possiamo infatti distinguere accanto a un’attenzione consapevole una involontaria, come quando un evento improvviso ‘cattura la nostra attenzione’ anche se siamo assorti in un’altra attività (se cadesse un meteorite nella vostra cucina ora probabilmente sospendereste questa lettura).
In condizioni normali siamo in grado di dirigere la nostra attenzione su ciò che desideriamo, anche se le cose si fanno più difficili se siamo stanchi, assonnati, annoiati o in ansia.
Si capisce bene quanto quest’ultimo quadro descriva la condizione degli acufenici che hanno un disturbo costante che oltre a mantenerli in uno stato d’ansia, si associa a problemi del sonno e quindi li rende stanchi e meno efficaci nel mantenere l’attenzione.
Esistono dei training di allenamento cognitivo utili ad aumentare le proprie prestazioni. Ma questi risultano del tutto inutili se la persona che li segue non ha uno stato psicofisico sufficientemente adeguato com’è il caso di chi proviene da un lungo periodo di insonnia.

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