lunedì 21 maggio 2012

Dispensa


In questi tempi, visti i riscontri positivi che ha avuto la Guida gratuita, mi sto occupando di mettere a punto una dispensa a uso di tutti coloro che vogliono approfondire gli aspetti psicologici fondamentali collegati all’acufene.
Questa idea è in parte nata da un seminario che ho tenuto lo scorso anno presso una delle associazioni più conosciute sul territorio italico e su richiesta di alcuni soci interessati a comprendere meglio gli specifici meccanismi psichici coinvolti;
in parte dalla richiesta del presidente di quella’associazione che mi ha riportato le richieste successive al seminario stesso;
e in un’altra parte dalle riflessioni che questo blog ha stimolato e stimola in me.
Questa ‘messa a punto’ si è rivelata molto entusiasmante ma anche impegnativa per il desiderio di rendere fruibili e semplici concetti che nella realtà sono estremamente complessi.
Ho pensato innanzi tutto agli acufenici che l’avevano richiesta, alla loro estrema differenza di età, provenienza culturale, scolarità, sofferenza e problematica.
E ho pensato anche a tutti quei colleghi che mi hanno chiesto un confronto più ‘tecnico’.
Alla fine ho deciso di considerare la dispensa come una specie di viaggio tra gli aspetti collegati all’acufene.
Un viaggio di piacere che, in quanto tale, dovesse essere meno faticoso possibile.
Lavori in corso…

Acufene e concentrazione 2


L’attenzione in chi ha l’acufene è difficile da mantenere nelle esperienze quotidiane quando la sua porzione di consapevolezza involontaria (come spiegavo nel post precedente) viene catturata dall’acufene.
In queste condizioni mantenere la concentrazione su un compito, sia esso scolastico che lavorativo che, anche, interpersonale, diviene molto impegnativo.
È un po’ come se la persona ‘di fondo’ dovesse lottare continuamente contro il seducente acufene, mentre le richieste della realtà sono, per esempio, lo svolgimento di esercizi di matematica con calcoli e ragionamenti complicati.
In questi casi l’acufene diviene uno stimolo prevalente che compromette le prestazioni dove maggiore è la richiesta di attenzione.

domenica 20 maggio 2012

Acufene e attenzione


Sappiamo che una delle maggiori lamentele presentate con gli acufeni è la mancanza di concentrazione.
La concentrazione è il mantenimento dell’attenzione su un compito o un’esperienza per un certo periodo di tempo, cioè quello che si fa leggendo questo post.
Anche volendo dimenticare per un po’ il fastidioso ronzio per dedicarsi alla lettura del nuovo libro acquistato, per l’acufenico risulta talvolta impossibile riuscire ad arrivare alla fine della pagina.
L’attenzione, di cui la concentrazione fa parte, è uno dei processi cognitivi fondamentali.
Esso è fortemente legato agli altri e, in particolare, alla consapevolezza.
Possiamo infatti distinguere accanto a un’attenzione consapevole una involontaria, come quando un evento improvviso ‘cattura la nostra attenzione’ anche se siamo assorti in un’altra attività (se cadesse un meteorite nella vostra cucina ora probabilmente sospendereste questa lettura).
In condizioni normali siamo in grado di dirigere la nostra attenzione su ciò che desideriamo, anche se le cose si fanno più difficili se siamo stanchi, assonnati, annoiati o in ansia.
Si capisce bene quanto quest’ultimo quadro descriva la condizione degli acufenici che hanno un disturbo costante che oltre a mantenerli in uno stato d’ansia, si associa a problemi del sonno e quindi li rende stanchi e meno efficaci nel mantenere l’attenzione.
Esistono dei training di allenamento cognitivo utili ad aumentare le proprie prestazioni. Ma questi risultano del tutto inutili se la persona che li segue non ha uno stato psicofisico sufficientemente adeguato com’è il caso di chi proviene da un lungo periodo di insonnia.

sabato 19 maggio 2012

Acufene e processi cognitivi


Come affermavo nel post precedente può essere fuorviante applicare delle tecniche senza conoscere a sufficienza le funzioni su cui si va a intervenire.
Così per i processi cognitivi.
Troppo spesso infatti si parla di interventi ‘cognitivi’ come se consistessero in una serie di ricette, regole, norme o comandi da eseguire per migliorare l’uso delle funzioni coinvolte.
In realtà un processo cognitivo coinvolge molti aspetti sia consapevoli che inconsapevoli e questo è dimostrato anche dalle aree del Sistema Nervoso che implica e che sono sia nella parte più cosciente (la corteccia cerebrale) che in quelle aree sottocorticali di cui non siamo direttamente consapevoli.
Senza tener conto che il processo cognitivo deve considerare anche gli stimoli che provengono dall’ambiente e richiedono quindi all’organismo e alle sue funzioni di adattarsi in un flusso continuo.
Occuparsi di processi cognitivi perciò richiede una visione molto ampia di quello che succede su piani anche molto distanti tra loro.