giovedì 29 dicembre 2011

Acufene: crisi depressiva o depressione da crisi?

Sembra una provocazione, ma è ormai riconosciuto l’enorme impatto che lo stress ha per l’emergere di patologie psicosomatiche.
Ufficialmente la scienza definisce l’acufene un sintomo, un disturbo, mentre vi sono associazioni che si battono per vedere riconosciuta questa come una malattia.
Non voglio entrare nel merito del dibattito poiché è spesso difficile stabilire l’origine dell’acufene, soprattutto se si tratta di un acufene idiopatico.
Tuttavia le neuroscienze e la PNEI evidenziano sempre di più la stretta relazione tra eventi ambientali e reazioni fisiche.
Proprio stamattina, mentre passeggiavo alla luce di un pallido sole invernale, mi stavo domandando quanto l’attuale crisi economica possa influire sull’equilibrio psicofisico delle persone in generale e sulla percezione dell’acufene in particolare.
Visto che di solito i problemi dell’umore e l’ansia vedono un incremento in queste situazioni, e visto che tali problemi si ritrovano spesso in persone con acufene, è possibile che gli indici di sofferenza degli acufenici possano subire a loro volta un incremento legato alla prospettiva di un peggioramento delle condizioni economiche e di qualità della vita conseguenti.

giovedì 22 dicembre 2011

Acufene: è sempre segno di perdita uditiva?

Pare così strano, eppure capita in molti casi che l’acufene si accompagni a perdita uditiva.
Strano perché sembra un parodosso ‘sentire un suono perché non ci sentiamo!’.
In questi casi quello che accade è che sono colpite delle parti del sistema uditivo e la conseguente sordità viene ‘riparata’ dal cervello con la produzione di nuovi suoni o l’evidenziazione di suoni vicini.
Ma, questo tipo di ‘riparazione’ non si dimostra molto efficace visto che l’acufene disturba a volte più della difficoltà a sentire.
Forse in questi casi il rimedio è peggiore del male che cerca di curare?


Acufene e PNEI

Spesso navigando sul web si trovano termini di difficile comprensione anche perché sono utilizzate delle sigle o degli acronimi il cui significato è comprensibile solo da personale specializzato.
Così per la PNEI.
Visto che se ne parla sempre più spesso in concomitanza con l’acufene, allora vorrei chiarirne il significato.
PNEI sta per psico-neuro-endocrino-immunologia, e si riferisce a quella branca della scienza che studia i complessi rapporti tra gli aspetti psicologici, nervosi, ormonali e immunologici.
In quanto individui, infatti, queste parti comunicano in noi così che un cambiamento a uno di questi sistemi (per esempio a quello psicologico) può avere degli effetti sugli altri tre e viceversa. Così anche in molti casi di acufene.

mercoledì 21 dicembre 2011

‘Sentire’ e Acufene

Ci avete mai fatto caso?
In italiano il termine ‘Sentire’ rimanda a significati vari:

Sento il suono del campanello
Sento vibrare il cellulare
Sento il battito del mio cuore dopo una corsa
Sento i brividi della febbre
Sento il calore di una tazza di the
Sento la paura dopo un incidente
Sento la tenerezza guardando mio figlio
Sento la rabbia per un’ingiustizia subita
Sento la gioia nel rivedere un amico
Sento il dolore di un mal di testa
Sento il dolore di aver perso un mio caro…
Non tutto il sentire è legato all’apparato uditivo o ai suoni.
E a volte una stessa parola può riferirsi a fenomeni diversi.
Pare banale, ma spesso nella quotidianità e per le abitudini ormai consolidate non ci si fa più caso, ed è come se a un certo livello in noi i significati si confondessero.
Credo che non sia superfluo ricordare questo aspetto perché capita anche che l’erronea individuazione della causa porti a cercare nel posto sbagliato la soluzione ai nostri problemi.
Questo è molto vero in caso di acufene.

Ci sono situazioni dove la chiarezza arriva dall’esterno, e altre dove è importante soffermarsi a riflettere più a lungo su noi stessi.
Non accontentandoci di un solo aspetto, ma esplorando il maggior numero di parti che ci connotano.
Quelle conosciute e quelle meno evidenti a uno sguardo superficiale.

In ultima analisi: l'acufene non è solo 'sentire un suono'.

Acufene idiopatico: cos’è?

Come dicevo c’è una notevole difficoltà a definire un’unica classificazione per gli acufeni.
Vi sono però dei casi dove si possono determinare le cause e prendere gli opportuni provvedimenti.
Accade di solito per quegli acufeni chiamati ‘oggettivi’ (così detti perchè possono anche essere percepiti da una persona esterna).
Vi sono acufeni legati a patologie ‘lontane’ dalle strutture uditive, come quelle sistemiche (vd. ipertiroidismo), articolari, legate al sistema vascolare (per es. in alcuni casi di ipertensione), a forme tumorali, o seguenti a traumi cranici (per esempio dopo incidenti stradali).
Si può in questi casi trovare delle appropriate cure mediche, chirurgiche o farmacologiche che, eliminata la causa, possono far sparire anche l’acufene che vi era legato.
Soprattutto quando il problema è preso tempestivamente e sempre tempestivamente diagnosticato e curato dal medico.
Questa è però una minima parte dei casi di acufene (il che non significa che non devono essere definiti acufeni o che il loro disturbo deva essere considerato di ‘serie B’).
La maggior parte dei casi, invece, non ha una causa certa e definita.
Questi sono gli acufeni chiamati idiopatici.
Spesso bisogna andare indietro di 5, 10, e anche 40 anni, per risalire alla loro comparsa e di conseguenza è difficile stabilire le condizioni di insorgenza (tra l’altro all’epoca non vi era ancora la diagnostica strumentale o la formazione per escludere fattori precipitanti o causali quali lo stress).
Vediamo allora come sia importante avere una visione globale sulle varie tipologie di acufeni e loro metodi di cura prima di affermare che gli acufeni non hanno causa certa.
L'acufene che non ha causa certa ha un nome ed è ‘acufene idiopatico’.

martedì 20 dicembre 2011

Acufene:un fenomeno diffuso ma poco conosciuto

‘Acufene? Tinnitus? Cos’è?’.
Spesso capita di sentir dire questa frase, a dispetto di tutti i tentativi di sensibilizzazione e pubblicitari da parte di associazioni, aziende audioprotesiche, forum e trasmissioni televisive.
La vastità dell’impegno in questo campo è giustificata sia dall’estensione del fenomeno, che dal forte disagio che in molti casi l'acufene provoca.
Ma, come appare in tutti i casi in cui il problema non è visibile, esso ha bisogno di essere evidenziato con quanti più mezzi possibile.
L’altro giorno una persona a me molto vicina mi ha raccontato di aver scambiato due chiacchiere informali con un consulente al lavoro e che, una battuta dopo l’altra, hanno parlato di ‘rumori persistenti’. Il consulente, sull’onda dello scambio ha affermato ‘sì, come quel rumore che si sente nelle orecchie, come si chiama… ah, sì, l'acufene!’.
Allora forse, un passo dopo l’altro, la conoscenza dell'esistenza dell'acufene si sta diffondendo.

lunedì 19 dicembre 2011

Acufene: classificazione

Sappiamo esservi classificazioni dell’acufene che si basano sulla sua causa (a volte ipotizzata, a volte certa), sulla parte corporea che interessa (orecchio, nervi acustici, cervello, sistema circolatorio …), sulle manifestazioni cliniche (oggettivo o soggettivo, ad esempio), sui risultati di alcuni test strumentali (audiometria, impedenzometria, ABR …).
Tuttavia è ormai riconosciuto come una classificazione univoca del tinnitus sia lontana dall’essere definita.
Perché allora permangono ancora queste categorie quando viene messa in dubbio la loro univocità (cioè la loro validità in tutti i casi di acufene)?
Questo avviene perché tali classificazioni si possono usare con pazienti per cui essa risulta utile.

Ovviamente dobbiamo tener presente che sono classificazioni usate da chi svolge attività clinica, ha esperienza ed è in grado di stabilire se tali diciture sono adeguate a quel paziente e a quell'acufene.
Inoltre soprattutto quando si lavora in équipe multidisciplinari è importante utilizzare un linguaggio che possa essere comune tra professionalità diverse.