domenica 15 gennaio 2012

Acufene e silenzio

E di fronte al rumore dell'acufene il silenzio.
Sua parte complementare, l’altra metà del cielo, il rovescio della medaglia.
Quante volte si sente parlare del silenzio come ‘vuoto fertile’, luogo di attesa feconda di un divenire senza volontà in opposizione alla frenesia pressante di un agire orientato.
Spesso il silenzio fa da sfondo, riempie gli spazi residui, fa da contorno a suoni e frastuoni definiti. E dai loro effetti allevia, come il riposo dopo la fatica, come l’espirazione dopo l’inspirazione, come il sollievo dopo la tensione, in un ritmo incessante di ‘essere’ e ‘non essere’ dove il ‘non essere’ aggiunge senso all’ ‘essere’.
Un silenzio che diviene perdita, lutto, quando l’acufene pervade prepotentemente ogni luogo e spazio, senza possibilità di tregua o di recupero, senza lo slancio che riprende vigore nella pausa. 
Un lungo e inesorabile acufene.

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