mercoledì 21 dicembre 2011

‘Sentire’ e Acufene

Ci avete mai fatto caso?
In italiano il termine ‘Sentire’ rimanda a significati vari:

Sento il suono del campanello
Sento vibrare il cellulare
Sento il battito del mio cuore dopo una corsa
Sento i brividi della febbre
Sento il calore di una tazza di the
Sento la paura dopo un incidente
Sento la tenerezza guardando mio figlio
Sento la rabbia per un’ingiustizia subita
Sento la gioia nel rivedere un amico
Sento il dolore di un mal di testa
Sento il dolore di aver perso un mio caro…
Non tutto il sentire è legato all’apparato uditivo o ai suoni.
E a volte una stessa parola può riferirsi a fenomeni diversi.
Pare banale, ma spesso nella quotidianità e per le abitudini ormai consolidate non ci si fa più caso, ed è come se a un certo livello in noi i significati si confondessero.
Credo che non sia superfluo ricordare questo aspetto perché capita anche che l’erronea individuazione della causa porti a cercare nel posto sbagliato la soluzione ai nostri problemi.
Questo è molto vero in caso di acufene.

Ci sono situazioni dove la chiarezza arriva dall’esterno, e altre dove è importante soffermarsi a riflettere più a lungo su noi stessi.
Non accontentandoci di un solo aspetto, ma esplorando il maggior numero di parti che ci connotano.
Quelle conosciute e quelle meno evidenti a uno sguardo superficiale.

In ultima analisi: l'acufene non è solo 'sentire un suono'.

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